Purtroppo non è stato possibile svolgere un'intervista completa a Italiano perché, nel periodo in cui è stata effettuata l'attività di raccolta di storie di vita, le sue condizioni di salute sono notevolmente peggiorate. Non saprei dire quali siano le ragioni mediche, tuttavia Italiano si è lentamente spento dal momento della morte del fratello, Otello, avvenuta nel 2004, a cui era molto legato e con cui era venuto alla Casa di riposo. Anche Otello era un grande personaggio che non dimenticherò mai per la passione per la musica e per come avesse ballato alla Festa dell'Anziano del 2004.
Italiano era una persona splendida e, purtroppo, ci ha lasciati agli inizi del 2006.
Con questa intervista mi auguro di riuscire a lasciare una traccia della sua voce, del suo racconto, della sua storia. Mi rimane un po' di rammarico per non essere riuscito a registrare tutte le cose che mi ha raccontato in momenti diversi: la sua infanzia a Fornacette, l'episodio della costruzione di un pupazzo di neve raffigurante Hitler e Mussolini, la passione per la musica, l'esperienza come costruttore di scenografie a Tirrenia. Riporto di seguito la trascrizione della nostra breve chiacchierata, fatta in camera mentre si stava riposando sul letto.
Da un po' di nève appicciata e tutto... uno che faceva lo scultore di cinquant'anni, l'hai fatto sì... eh! Sai anche come fallo! Ma un bimbetto non arriva mi'a e ti fa una cosa di quel genere lì. Questo è Mussolini, questo è Hitler. Eh, è proprio! Avevo quattordici anni, era una cosa un po' fuori del normale, giusto? Allora...
Allora... in tutte le cose.. è lunga! Il parla' è lungo...
[Ma se 'un basta ora, si farà un'altra volta!]
Perché io sono stato in diversi posti di lavoro... da ragazzo a omo fatto, capito?
E mi domando: ma guarda cosa facevo e sono rimasto inchiodato qui... il mio, il mio essere... non è stato ripagato, ecco! Capito?
[Uhm... Perché?]
Mah!?! A quattordici-quindici anni, faccio una cosa... come? che viene un paese intero a vedere cosa avevo fatto. Io, bimbetto, non feci caso di quello che avevo fatto... voglio dire: in seguito, quando capii cosa valevo, era troppo tardi! Eh!
[quando l'hai capito?]
Quando l'ho capito? Quando è stato fatto, ora come ora che ni mettano una...ho detto: come? Ho fatto qui, ho fatto là, ero a lavorà lì, ero a lavorà là... e non mi sono accorto di quello che... Ero a fa' 'r falegname... non c'è più lavoro, vai in un artro posto, andai mi'a fa' 'r facchino, insomma 'r cosa...
Ecco, per esempio, io facevo il falegname... Il mio mestiere era fa' 'r falegname, ero piccinino, a scardà la 'olla... Arrivai a un punto che hai, non so io, una ventina d'anni... non c'è lavoro.
Te dove vai?
[Quello che trovo... no?]
Eh... vado da un amico che ci lavorava, faceva il meccanico. Dice: vieni. Sono andato là e non conoscevo nemmeno il calibro... e quello mi dà il lavoro a cottimo a fallo a mettilo sopra il tornio... uno che non è di mestieri, come fa a fallo? Eh?
[è un casino! Uno che non lo sa fa', se non ha mai provato...]
Insomma son troppe cose... poi sono stato a Tirrenia dove facevano il cinematografo, coi vecchi... io bimbetto ero già coi vecchi a fa' quello che facevano loro. Dove giravano i film, a contatto con le persone... Amedeo Nazzari, Paola Barbara, tutti questi artisti, tanto donne che òmini. Un ce n'era mi'a... che aveva quante me non ce n'era nessuno, erano tutti òmini vecchi, fatti che venivano trasportati da una parte e dall'altra dietro a Forzano che aveva i su' òmini, bisogna fa' qui, bisogna fa' là... anche a fa' 'r cine ci vòle un po' di testa sennò che ci sei a fa' lì?
[Quanti anni avevi? Eri giovane?]
Eh, eh! Avevo diciott'anni.
[Eh! Ma cose che non t'hanno restituito... Ma cos'è che 'un t'hanno dato?]
Non ho preso... non ho preso quella strada.
[Perchè?]
Eh... perchè. Perché, perché... intanto Forzano mi voleva porta' a Roma, perché da Tirrenia fu trasportato a Roma. Perché 'r filme a Tirrenia, “È sbarcato un marinaio”, no?, intitolato. Finito il film il personale che era stato a lavora' lì se lo portò... anziani, vecchi se ne andarono dietro, ma io quando dissi che “lo sai? Mi vogliono porta' a Roma...”. “A Roma!?!” - il mi' babbo, la mi' mamma - “Ma che sei matto? Ti vogliono porta' laggiù? A che fa? Cosa fai?” Mah!?! Ero giovane... invece mi ero incanalato in quella situazione, tutte cose... Mah!?! Tutte cose... ci sarebbe da parla' un anno!
Dopo aver chiacchierato una decina di minuti, Italiano è stanco e interrompe il racconto.
La sensazione che mi ha lasciato e che ancora traspare dall'intervista raccolta è quella di un discorso personale, intimo, che stava facendo con sé stesso, nel tirare le somme della sua vita, nel capire quale fosse stato, insieme alla grande passione e alle grandi capacità di lavorare, il senso del suo passaggio su questa terra.
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Dati tecnici
Trascrizione
Luogo della narrazione
Casa di Riposo Belvedere
via Belvedere 29
Lari PI
Italia
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